venerdì 27 febbraio 2009

Carabina selvaggia.

Liberalizzata la caccia selvaggia ed indiscriminata. Festa grande per i cacciatori... Da Espresso.it

di Roberta Carlini
Sparare tutto l'anno. Anche nei parchi naturali. E possibilità di imbracciare il fucile già a 16 anni. Dal centrodestra un progetto di legge che minaccia l'ambiente
Ragazzini con la doppietta. Spari nei parchi naturali. Restituzione delle armi ai bracconieri. E caccia libera per tutto l'anno nelle aziende faunistiche private. Sono solo alcune delle previsioni con le quali una nuova legge sulla caccia sta per abbattersi sulla fauna italiana. Ribaltando regole e divieti e liberalizzando gran parte dell'attività venatoria, in un testo unico affidato alle cure del senatore del Popolo delle libertà Franco Orsi, parlamentare ligure dalla brillante carriera regionale, all'insegna dello slogan: 'Per la caccia vota un cacciatore'.
Tanto per cominciare, si abbassa l'età in cui è consentito imbracciare il fucile: a 16 anni si potrà prendere un patentino e andare a sparare per boschi e contrade. Il popolo dei 700 mila cacciatori italiani dunque si potrà infoltire di figli e nipoti, che la legge considera immaturi per votare e guidare un'auto, ma non per impallinare un cinghiale. Come si regolerà la responsabilità civile e penale in caso di incidenti causati dai minorenni in doppietta, non è specificato dal progetto di legge. Che invece detta minuziosamente le norme per l'allargamento della libertà di caccia, unificando diverse proposte accumulatesi negli anni, tutte provenienti dai banchi del centrodestra.
Le intenzioni sono chiare, sin dall'articolo 1 che, dettando i principi generali, fa sparire la solenne affermazione dell'interesse della comunità nazionale alla protezione della fauna. Messa in chiaro la filosofia, si passa ai fatti. Nei parchi naturali si potrà sparare: sarà lecita la caccia in deroga "per piccole quantità" e quella per il "controllo faunistico", insomma quando ci sono animali in eccesso che danno fastidio. Conclusione: "Nei parchi si potranno cacciare peppole e fringuelli, con piani pluriennali", denuncia Legambiente.
Ma non è tutto: le regioni che hanno istituito parchi su più del 30 per cento del territorio saranno punite con sanzioni economiche. Nessuna sanzione, invece, per chi sta al di sotto del minimo di zone protette previsto dalla legge.
Se la deregulation arriva nei parchi, figuriamoci fuori. Mentre finora la legge del cacciatore è stata incentrata sul suo ancoraggio al territorio, in futuro le doppiette potranno spostarsi da una regione all'altra per seguire gli uccelli migratori: basterà comunicarlo alle autorità e pagare qualcosa. I poveri migratori se la vedranno brutta anche per la riduzione delle aree protette sui valichi montani, dove adesso passano indisturbati mentre in futuro sarà consentita la presenza di cacciatori.
Liberalizzazione totale anche per quanto riguarda l'uso di uccelli come esche o zimbelli: via il tetto massimo, via anche gli anellini per identificarli ed evitare abusi. "È una pratica arcaica oltre che crudele: per fortuna lo fanno in pochi, non si capisce perché la legge vuole questo ritorno al passato", dice Danilo Selvaggi della Lipu. A proposito di pratiche arcaiche: se un cacciatore vuole imbalsamare le sue prede, avrà carta bianca senza i vincoli e le regole che esistono per gli imbalsamatori ufficiali.
Il controllo della fauna, già evocato per aprire alla caccia nei parchi, permetterà ai sindaci di dare mano libera ovunque ai cacciatori per abbattere animali che fanno danni o causano fastidio: cervi, lupi ma anche cani e gatti. Non mancano infine le novità affidate al privato: nelle aziende faunistico-venatorie si potrà cacciare tutto l'anno e anche senza licenza, sparando su animali appositamente liberati per il divertimento di tiratori da luna park. E per coloro che violeranno le (poche) regole che restano, mano di velluto: ai bracconieri presi sul fatto basterà pagare una multa per riavere le proprie armi. E riprendere la caccia.

mercoledì 25 febbraio 2009

Connessioni

"Non ci sono informazioni migliori delle altre. Il potere sta nello schedarle tutte e poi cercare le connessioni. Le connessioni ci sono sempre, basta volerle trovare"

Umberto Eco, Il pendolo di Foucault

giovedì 19 febbraio 2009

Ironico come sempre

Da Corriere.it Articolo di Severgnini

ITALIANS

Volti nuovi nel Pd: la lezione di Stuart Mill

di Beppe Severgnini

La BUR (Biblioteca Universale Rizzoli) ha festeggiato ieri i 60 anni con un bell'incontro milanese a Villa Necchi Campiglio (hanno sempre un certo fascino, queste case popolari). Sparse sui tavoli, molte colorate riedizioni invitavano al furto amichevole. Prendo «La libertà» (On Liberty, 1858) di John Stuart Mill. Apro e leggo una frase: «Il dispotismo della consuetudine è ovunque una barriera eretta contro il progresso umano». Perfetta per il Partito Democratico. Ma lo capirà? Le dimissioni di Veltroni, ridotto a un puntaspilli dagli amici, hanno aperto il consueto psicodramma.

Tutti contro tutti, sperando di raccattare qualcosa nel caos. Assemblea costituente! Congresso! Segretario di transizione! La faccenda potrebbe essere divertente, non fosse per un particolare: una democrazia ha bisogno di un'opposizione. La democrazia italiana, oggi, più delle altre. Cos'è, oggi, il PD Profondamente Depresso? Popolo Dimissionario? Pasticcione Dilettante? Perso in Discussioni? Occorre un leader, capace di spiegare, spingere e far sognare. E occorre un programma. A tutt'oggi non è chiaro se il partito voglia a) sostenere milioni di giovani precari, sballottati come aquiloni in un tornado b) velocizzare la giustizia, della cui goffaggini approfitta la criminalità d'importazione c) introdurre il testamento biologico d) cambiare questa scandalosa legge elettorale. Quattro temi, ma ce ne sono altri quaranta in cui i dalemiani dissentono dai parisiani, che contestano i lettiani, che s'oppongono ai veltroniani, che scrutano dai fassiniani, che sospettano dei bindiani, che litigano con teodem, laici e rutelliani.

Qualcuno invoca il ritorno di Prodi. Amen. La destra ha un padrone, che ha i mezzi (carismatici, politici, economici, televisivi) per imporre la sua volontà. La sinistra deve trovare un comandante. Se è inesperto, ha bisogno d'un tifone per guadagnarsi il rispetto dell'equipaggio. Bè, il tifone è servito: dopo il Friuli e la Sardegna, arrivano le europee e le amministrative. Ne potrebbe uscire un leader - insospettabile, oggi - capace di far sembrare l'avversario antico e ripetitivo.

E' questa l'unica cosa di cui Berlusconi ha paura. L'infanticidio (politico) di Illy e Soru lo dimostra. Dove può sceglierlo, il Pd, questo capo? Risposta: primarie vere, dovunque. Partito scalabile: ogni candidato presenti un programma di una facciata (formato A4) e dica cosa vuol fare. Non corrano i Rutelli e i D'Alema: hanno già avuto, già perso, già dato. Corrano i Renzi (Firenze) e i Chiamparino (Torino), corrano i Letta e i Bersani, corrano i nuovi, gli esterni e gli sconosciuti. Se un novellino come Obama è diventato presidente degli Stati Uniti, e i conservatori britannici si sono affidati a baby Cameron, perché una giovane donna o un neo-politico non possono guidare un partito in un Paese medio dell'Europa del sud? Se votate a sinistra e tutto ciò vi sembra ingenuo, preoccupatevi. Vuol dire che avete già perso. Un'altra volta, intendo.

lunedì 16 febbraio 2009

Polizia di Stato a piedi

Vi immaginate un poliziotto costretto ad inseguire un ricercato su una Porsche solo con l'ausilio delle proprie capacità atletiche? Per quanto assurda sia come ipotesi è ciò che potrebbe realmente accadere. Il motivo? Auto che non possono essere riparate a causa della mancanza di soldi...

Articolo completo tratto da Repubblica.it

La polizia con le auto in garage "A Roma e Napoli 500 mezzi fermi"

domenica 15 febbraio 2009

Auguri

Tanti auguri a me tanti auguri a me

giovedì 12 febbraio 2009

Giocatrice basket australiana

Non so il perchè ma inizio a seguire il campionato femminile di basket australiano e la nazionale...


Perchè?????

Tutto questo perchè?????? Non siamo in Cina... Da Espresso.it

Il governo contro Internet

Un emendamento approvato nel decreto sicurezza potrebbe imporre la chiusura di molti siti (da YouTube a Facebook) e di migliaia di blog. Come spiega l'autore della norma, il senatore Gianpiero D'Alia

«Facebook è un sito indegno, perché consente l'esistenza di gruppi che inneggiano a Raffaele Cutolo, a Salvatore Riina e agli stupratori. Se il gestore del sito non si fa carico di cancellare questi soggetti dal sito, è giusto che tutto Facebook venga oscurato»

E' quanto ha dichiarato al sito de "L'espresso" il senatore Gianpiero D'Alia (Udc), in merito all'emendamento 50 bis da lui introdotto nel decreto Sicurezza (e approvato al Senato) che consente al ministero degli Interni di procedere all'oscuramento di siti Internet che siano sottoposti a indagine giudiziaria per contenuti che contemplino l'istigazione a delinquere a l'apologia di reato.


«Secondo il mio emendamento», ha spiega D'Alia, «in presenza di questi contenuti il ministero diffiderà il gestore, e questi avrà due possibilità: o ottemperare e quindi cancellare questi contenuti oppure non ottemperare. Se non ottempera diventa complice di chi inneggia a Provenzano e Riina e quindi è giusto che venga oscurato».


Lo stesso discorso, secondo quanto dichiarato da D'Alia a "L'espresso" «deve valere per i video su YouTube, per eventuali scambi di insulti e minacce tra utenti nei forum e anche per i commenti ai blog».

Alla domanda se questo tipo di interventi non rischi di censurare pesantemente la Rete, a iniziare dall'oscuramento completo di YouTube e Facebook, il senatore D'Alia ha risposta: «Io non sono né per chiudere Facebook né per chiudere YouTube, io sono perché Facebook e YouTube rispettino le vittime di mafia, le vittime del terrorismo e le vittime degli stupri. Se non le rispettano non possono avere il rispetto dello Stato, quindi vanno chiusi».

martedì 10 febbraio 2009

domenica 8 febbraio 2009

Riti a Cambridge

Assurdi atti di nonnismo per entrare nei club degli studenti di Cambridge...

Articolo del Sun.it Cambridge girls' booze and sex shame

Articolo di Corriere.it Alcol e sesso per entrare nei club degli studenti a Cambridge

venerdì 6 febbraio 2009

24 ore di Alemans

Un Gran Premio di Formula 1 a Roma? Non ha alcun senso... Eppure ci stanno pensando...

24 ore di Alemans. Da L'Espresso.it

mercoledì 4 febbraio 2009

Università inattraente

L'Università non attrae più... Purtroppo...

Da Repubblica.it

L'università non attrae più a picco gli iscritti nel 2009

Nuove immatricolazioni giù del 4,4% mentre sono aumentati i diplomati
Sempre più giovani preferiscono fermarsi e cercare lavoro: 50mila in più in 4 anni
di SALVO INTRAVAIA


Immatricolazioni universitarie a picco. In appena due anni, mentre il numero di studenti promossi alla maturità è notevolmente cresciuto, i nuovi iscritti all%u2019università sono scesi del 4,4 per cento. Un calo con il quale dovranno fare i conti i singoli atenei che non sembrano più attrarre i giovani come qualche anno fa.
In Italia, il numero di immatricolazioni all%u2019anno accademico 2008/2009 fa segnare il record negativo degli ultimi sette anni. Secondo il dato diffuso qualche giorno fa dal ministero dell%u2019Università, le new entry di quest%u2019anno toccano quota 312.104. Nel 2006/2007 furono oltre 14 mila in più: 326.384 in totale. Le regioni italiane dove si registra il decremento più consistente sono quelle meridionali: meno 6,6 per cento in un solo anno.

Eppure, considerato che gli studenti promossi all%u2019esame di maturità sono aumentati in maniera consistente, le cose sarebbero dovute andare diversamente. In base alle percentuali di candidati, non ammessi (dall%u2019anno 2006/2007) e bocciati agli esami di stato pubblicati dal ministero dell%u2019Istruzione, nel 2004/2005 si diplomarono quasi 430 mila studenti che sono arrivati a 463.400 l%u2019anno scorso. Ma nello stesso periodo gli ingressi all%u2019università sono diminuiti. Nel corrente anno accademico, rapportando gli immatricolati con i diplomati dell%u2019anno precedente, solo due studenti su tre (il 67 per cento) hanno scelto di proseguire gli studi dopo la scuola. Due anni fa la percentuale era di gran lunga superiore: oltre il 75 per cento.

L%u2019università con ogni probabilità non è più vista da studenti e famiglie come l%u2019unico percorso di studi che può ampliare gli sbocchi lavorativi. Sempre più giovani preferiscono fermarsi dopo il diploma della scuola secondaria di secondo grado e cercare un lavoro. Erano 100 mila nel 2004/2005 mentre quest%u2019anno sono saliti a 150 mila. Oltre alle difficoltà di trovare un impiego anche dopo la, laurea, uno dei fattori che probabilmente ha contribuito a scoraggiare l%u2019ingresso all%u2019università è il costo delle tasse e dei contributi richiesti dagli atenei.

Nel 2002, la contribuzione studentesca totale ammontava a poco più di un miliardo e 100 milioni di euro. Cinque anni dopo, gli studenti hanno versato nelle case degli atenei italiani quasi un miliardo in più (2 miliardi e 79 milioni, con un incremento dell%u201989 per cento) che solo, in parte (260 milioni di euro) sono serviti ad aumentare i cosiddetti interventi a favore degli studenti: borse di studio, prestiti d%u2019onore, scambi internazionali, interventi a favore di studenti disabili, posti-alloggio e altri sussidi). Nello stesso periodo (dal 2002 al 2007) la popolazione studentesca ha subito un incremento ma soltanto del 22 per cento.
(4 febbraio 2009)

lunedì 2 febbraio 2009

Rubik 360.. Il moderno gioco-rompicapo

Il rompicapo dei bambini e ragazzi del 2000...


Tratto da Corriere.it

Rompicapo

Una sfera, sei palline e soltanto una soluzione. Ecco Rubik 360

L’erede del cubo impossibile

MILANORitorna. Trent’anni dopo ha perso gli spigoli, è diventato trasparente e le palline hanno rimpiazzato i quadratini. Ma potrebbe diventare il nuovo rompicapo del ventunesimo secolo e rimpiazzare il suo antenato, quell’amato-odiato, incredibile, impossibile Cubo di Rubik su cui milioni di persone si sono spaccate la testa negli anni ’80.

Rubik 360
Rubik 360
Ci riuscirà? Lo spera il suo inventore, il professore ungherese Erno Rubik, che sta per lanciare la sua nuova creatura, Rubik 360, come ha rivelato il Sunday Telegraph. Il debutto ufficiale sarà il 5 febbraio quando verrà mostrato al pubblico alla Fiera internazionale del giocattolo a Norimberga e arriverà nei negozi il prossimo agosto. «Sento che 360 è uno dei più innovativi ed eccitanti rompicapo realizzati dopo il Cubo», ha spiegato il 64enne Rubik aggiungendo che per risolvere il nuovo gioco servono «abilità, logica e destrezza».

Semplice il gioco, difficile la soluzione, visto che ce n’è una sola: il Rubik 360 ha sei palline intrappolate in tre sfere trasparenti, il giocatore deve riuscire a farle arrivare dalla sfera più interna a quella più esterna facendole passare attraverso i due soli fori di quella centrale. Facile a dirsi. Meno semplice a farsi. Proprio come accadeva con quel mitico Cubo diventato un simbolo degli anni ’80 con più di 350 milioni di esemplari venduti nel mondo (il giocattolo più venduto nella storia) e milioni di sfegatati giocatori che si sono affrontati in campionati e tornei. E ancora oggi, la sfida non si ferma. L’ultimo record segnalato è quello di Erik Akkersdijk (nel 2008) che lo ha risolto in 7,08 secondi.


02 febbraio 2009